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La corsa

L’automobile abbandonò la strada asfaltata per inoltrarsi lungo un viottolo di campagna schermato da alte siepi seguendo le luci di una macchina che li precedeva, ad un tratto, pur essendo la visibilità molto ampia, le luci comparvero.
Laura ne capì la ragione quando, poco dopo, anche Raul spense quelle della loro macchina. Procedevano al buio lungo un tracciato segnato da lumini posti al suolo.
Il percorso non era però molto lungo perché dopo poche decine di metri uscirono dalle siepi su un prato che fungeva da parcheggio nei pressi di un grande casale oscuro in controluce rispetto ad una illuminazione che non si vedeva direttamente, ma che doveva essere potente.
-Qui tutti sanno la strada, ma la regola è che nessuno deve conoscersi. Perciò luci spente, targhe oscurate e maschere-
Nel dire questo R. le porse una maschera di gomma con la faccia da strega di Biancaneve
-Non avevi di meglio? , comunque spiegami che roba è! –
-Pensavo che fosse molto adatta alla tua persona, comunque come ti ho detto è meglio che non ti faccia riconoscere; per molti qui è una sicurezza relativa, ma tant’è…. Quello che vedrai ti farà capire le ragioni. Comunque, se vieni, non dire mai nulla a nessuno, non rispondere a nessuno, lascia che parli io per te perché potrebbe essere pericoloso.
Il tono con cui disse queste ultime parole la spaventò un poco, ma la curiosità e la ricerca di emozioni forti non potevano essere fermate da un vago timore.
-Vieni o resti? – le chiese R. indossando una maschera di Paperino. Per tutta risposta Laura si infilò il volto di strega e scese dalla macchina.
R: la condusse per mano verso il Casale, passarono sotto un volto angusto e si ritrovarono sotto i portici di un’ampia corte agreste.
La prima cosa che vide fu che la corte era delimitata verso l’interno da una staccionata ad anello e che all’esterno di tale anello vi era una pista di terra battuta. “Un galoppatoio” le venne da pensare anche se le dimensioni dello stesso le parevano molto piccole.
Vide poi che sotto i portici dell’aia era raggruppata una piccola folla, ad occhio stimò una trentina di persone, la maggior parte maschi, ma non mancavano le donne; come lei e Raul tutti portavano la maschera.
Le veniva immediato da fare un confronto tra la sua persona e quella delle altre donne e stimò che poteva raggrupparle quasi tutte in due categorie a cui lei non apparteneva: quelle che classificava come baldracche arrichite che indossavano, nei gioielli e nei vestiti, vera ricchezza, ma la cui figura era tronfia di arroganza e le puttane, inguainate in abiti attillati che si strusciavano su qualcuno dei maschi.
Notò che tutti erano ammassati in un’angolo del portico, maggiormente illuminato delle altre parti.
Avvicinarono e vide che, oltre a delle transenne, vi erano quattro snelle donne, con una fascia di seta che copriva gran parte del volto, vestite con il solo pezzo inferiore di un minuscolo tanga; all’esterno delle cosce avevano dipinto una lettera dell’alfabeto.
Oltre la transenna un uomo che indossava una sudicia tuta raccoglieva scommesse e rilasciava scontrini.
-Che cos’è tutto questo? – chiese a Raul a bassa voce.
-Una corsa, solo che al posto dei cavalli fanno correre le donne, vedrai… sarà molto interessante. Vuoi puntare? –
-Non gioco con i cavalli veri vuoi che mi impegni con questa buffonata? –
-Attenta a come parli, attenta che non ti sentano -Le disse in un sussurro stringendole dolorosamente un braccio-.. qui stasera cambieranno tasche qualche centinaio di milioni. Credi che chi organizza questo ti lascerebbe tornar fuori tranquilla se non fosse sicuro che non parleresti?
Qui nessuno conosce gli altri, ma c’è chi conosce tutti, io garantisco per te.. se sgarri vado anch’io nella merda.. E non sto parlando in senso metaforico perchè tempo fa uno del giro è finito mangiato dai maiali.
Comunque io sono qui per vincere! – Estrasse un rotolo di banconote e le porse al broker – sulla C che vedo, danno 1. 8 a 1-
Passò gli scontrini a Laura e, per braccio, la condusse verso la pista.
-Si è cominciato con delle slave morte di fame, si promettevano 3 milioni a tutte e 10 alla vincitrice; ora i prezzi sono alzati, anche perché si cerca di non presentare le stesse cavalle, per fortuna qualcuna che ha assistito allo spettacolo si è fatta avanti volontariamente e così abbiamo, anche stasera, tra quelle cavalle dagli agili garretti, qualche signora “perbene” disposta a correre.
Il problema è che queste volontarie non sono fisicamente molto prestanti rispetto a quattro puttane affamate, così bisogna allenarle. –
-Mi sembra che per correre mezza nuda una sera 3 sacchi siano una bella cifra, credo che per tale somma si potrebbero trovare anche atlete vere-
-Non hai capito….. Di quelle che corrono una sola vince vince e una sola perde … quella che perde, che arriva ultima, viene inculata dai fantini delle altre cavalle, nell’ordine di arrivo… Non solo, dopo i fantini possono divertirsi con lei tutti quelli che avevano puntato sulla vincitrice, sia maschi che femmine; credo che quella che perde si becchi quella notte mai meno di una decina di cazzi diversi.
Ti assicuro che non credo sia per niente divertente; dovevi sentire come una delle prime volontarie che, evidentemente, non si era preparata a dovere urlava e piangeva mentre la sfondavano. Ricordo che lo prese nel culo 5 volte altrettante in figa, però non ne sono sicuro perchè non mi sono fermato fino alla fine. Per sua fortuna il fantino vincitore preferì scopare con la sua cavalla consenziente che aggiungersi alla lista di quelli che la inculavano. –
La comprensione di quello che stava par succedere la colpì come una mazzata, sentì che lo stomaco le si stringeva in una morsa d’ansia.
– Sai, credo che in realtà quelle che vengono volontarie lo facciano con l’intenzione di perdere e avere così l’occasione di verificare cosa si prova ad essere prese senza limiti; ma come vedrai vi sono metodi per farle correre fino a tirar fuori l’anima –
-Vieni, andiamo a vederle mentre entrano in pista-
La condusse verso una corsia che dalla stalle portava alla pista.
L. non doveva essersene accorta, ma le donne erano state condotte dentro e bardate ed ora stavano uscendo aggiogate a dei sulky modificati.
La prima cosa che notò fu che le stanghe erano state prolungate oltre i gioghi e che a queste era stata aggiunta una ruota di bicicletta, la ragione fu immediatamente evidente dalle scomoda postura delle atlete.
Le mani afferravano delle manopole sulle stanghe e L. vide che i polsi erano legati alle stanghe stesse, i le schiene dovevano essere chinate perché una specie di sella fissata trasversalmente all’altezza della vita allontanava il bacino dai punti di legature dei polsi talchè la parte superiore dei corpi si presentava distesa. In tale posizione, sbilanciate in avanti, senza la ruota anteriore sarebbero tutte cadute senza potersi nemmeno riparare con le mani.
L. notò che conservavano la maschera sul volto, ma che i minuscoli tanga che prima indossavano erano stati tolti e, nelle posizioni in cui di muovevano, il sesso veniva oscenamente mostrato.
Fischi, urla di incoraggiamento, applausi accompagnarono l’ingresso delle cavalle in pista accompagnate dai fantini. Sbirciò l’atteggiamento delle altre donne e vide che le punttane si strusciavano sui loro partner chiaramente eccitate da uno spettacolo di umiliazione e violenza, mentre le baldracche insultavano le corridore con un linguaggio e una violenza che non aveva mai sentito o visto.
-I fantini vengono assegnati a sorte alle cavalle al momento della partenza, questo per limitare le combinate che, comunque ci sono sempre quando girano tanti soldi-
Salirono su alcune balle di paglia che costituivano improvvisate tribune disperse lungo il percorso e aspettarono la partenza.
Non dovettero attendere molto perché i fantini si accomodarono rapidamente sui sulky e dopo pochi secondi quello che svolgeva funzioni di arbitro di gara diede il via.
L. non sentì più le urla della piccola folla, tutto il suo sentire era diretto alle quattro donne che si erano lanciate correndo sulla pista. Ogni secondo di quanto stava succedendo le rimaneva indelebilmente impresso nella coscienza e nella memoria e le parve che il tempo rallentasse.
Osservò il goffo procedere delle donne nella strana posizione, notò che la A aveva dei grossi seni che pendevano e ballolzolavano come pere, vide la D passare in testa per tenere l’interno della curva.
– Devono fare tre giri – le spiegò R.
Le pareva che corressero lente mentre, alla metà del secondo giro, le passavano davanti, ma mentre stava per esprimere questa considerazione la frusta del fantino della B si abbattè sulla schiena della propria femmina.
Fu come un segnale, anche le altre fruste cominciarono a lavorare ferocemente, sentì le urla di dolore e vide che tutte erano scattate in un rush finale dell’ultimo giro
-Come ti dicevo hanno dei mezzi per farle correre- le disse R, stringendole eccitato la coscia
Vide che la D stava per essere superata dall’esterno dalla bruna su cui aveva puntato Raul, ma il fantino difendeva la sua posizione alternando sferzate sulla schiena e natiche della propria cavalla a frustate alla donna che stava sorpassandoli.
L. pensò che doveva essere drogata perché pareva insensibile al dolore e, uscendo larga dalla curva andò a vincere superando la D di un paio di metri.
-Comincia ad allenarti – Le disse R. – che fra non molto farò correre anche te! FINE

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