è davvero una bellissima macchina… Comoda, spaziosa, fa venire proprio voglio di rilassarsi!!! –
La ragazza era bellissima, e il suo tono di voce sensuale e intrigante lo faceva sentire quasi a disagio. Certo, Enrico era un tipo piuttosto sveglio, un trentenne bello ed elegante, e con le donne ci sapeva decisamente fare. Vantava già una discreta serie di conquiste serali, grazie al suo modo di fare affabile, alla sua spigliata solarità, e perché no, alle ottime doti di “venditore di fumo” che possedeva. Eppure, quella ragazza, splendida, sensuale, dall’aria decisamente disinibita e sicura, lo stava mettendo un po’ a disagio, minando seriamente le sue capacità di riflessi! La stessa mise della ragazza aveva un’aggressività erotica totalmente contrastante ai lineamenti dolci del suo viso bello e delicato, ma contemporaneamente modellava il suo corpo in maniera allarmante: una deliziosa Longette pitonata con un piccolo spacco laterale le copriva le gambe, disegnandole le cosce e i fianchi; aveva una camicetta di un rosa chiarissimo, che riprendeva la tonalità della gonna, dando a tutta la sua figura una luminosità cui era difficile sfuggire, e una giacchina corta, tenuta aperta. Il bel seno pieno e modellato da un balconcino sicuramente molto costoso le balenava dalla camicetta, lasciata maliziosamente sbottonata quanto possibile. Una sciarpina di seta attorno al collo e i capelli castani raccolti sul capo completavano la sua figura, dandole un affascinante pizzico di anni 50.
Mentre salivano in macchina, poi, il movimento fluido delle sue gambe aveva fatto apparire per un attimo l’orlo delle calze, rivelando la presenza (assolutamente eccitante per Enrico) di un reggicalze nero; così, mentre parlavano, seduti dentro l’auto, lui non riusciva ad evitare di lasciar cadere il proprio sguardo su quelle splendide gambe. Lei sembrava accorgersene e, probabilmente, gradire, dato che continuava a sorridergli, e la cosa metteva in difficoltà Enrico, troppo abituato alle solite, lunghe disquisizioni di persuasione e convincimento. Non si illudeva, perché sapeva benissimo che tipo di fascino potevano esercitare le auto di lusso su certe ragazze, ma in questo caso non riusciva a capire cosa realmente quella splendida creatura stesse cercando. Aveva acceso l’autoradio, un modo come un altro per ammorbidire la situazione, oltre che per farle notare, furbescamente, le notevoli qualità della vettura.
-Certo, è una gran bella macchina… Sinceramente, credo che non ce ne siano molte, sul mercato, così. E poi ha veramente tutto: vedi? Questo è il joystick da cui posso controllare l’autoradio, senza staccare le mani dal volante… E l’autoradio, di serie, ha il CD con il caricatore da dodici nel bagagliaio… L’airbag, poi..
-Deve costare un patrimonio…
-Senti, ti dico la verità! Non troppo! O meglio, non si può certo considerare un’auto economica, questo è chiaro, ma vale ben più di qualche sacrificio, te lo assicuro! E poi, sembra impossibile, ma consuma veramente poco, pensa che…
-Il pomello del cambio è in radica? –
-Il.. pomello del cambio? Ah, sì.. questo! Certo, è in radica! Pensa che solo questo costerebbe più di duecentomila lire! Il cambio semiautomatico, poi..
-Mi piacciono da impazzire, i pomelli in radica. – la ragazza vi aveva messo la mano sopra ed aveva cominciato a lisciarlo languidamente;
-Danno l’impressione di morbidezza e di calore, e invece sono così lisci, così asciutti e duri… Fanno proprio venire la voglia di accarezzarli! Mi eccitano!!! –
Enrico sentì il sangue salirgli di colpo al cervello!! Si voltò di scatto, trovandosi improvvisamente inchiodato dallo sguardo malizioso della ragazza.
-E tu? Cos’è che ti fa eccitare? Ah, si, ho capito….. queste, giusto? A giudicare da come me le guardi ti devono proprio piacere… –
La ragazza si tirò su la gonna, scoprendo le gambe fino al bordo più scuro delle calze, e divaricandole impercettibilmente. Enrico, impietrito, divenne rosso come un peperone.
-Però queste sono, morbide, non come la radica… e sono anche più calde!! Perché non provi ad accarezzarle? –
Impossibile resistere!!! Enrico posò la mano sul ginocchio della ragazza, scorrendo lentamente lungo la coscia, scivolandovi all’interno, salendo fino all’orlo della calza, e ancora più su, trovando la pelle nuda, liscia e morbida come seta. La ragazza reclinò la testa, socchiudendo la bocca e sospirando, quando lui le sfiorò il pizzo delle mutandine.
-Scommetto che anche tu nascondi qualcosa di più eccitante della radica del cambio, vero? –
La ragazza allungò una mano sul petto di Enrico, scendendo senza troppi complimenti sul suo ventre, e ancora giù, penetrando sotto la cintura, carezzando il morbido cotone dei boxer ingrossati di colpo dalla reazione al suo tocco vellutato.
-Ecco! Lo sapevo che nascondevi qualcosa di buono…
Ritrasse la mano, per dedicarsi alla zip dei pantaloni e alla cintura di cuoio. Il pene di Enrico sbucò dalla fessura dei boxer all’improvviso, eretto e duro come un obelisco di granito. Il sorriso della ragazza fece trasalire Enrico.
-Wow!! Felice di conoscerti!! –
La ragazza si piegò su di lui, saggiando con la punta della lingua il disegno delle vene sull’asta di Enrico. Con pochi movimenti rapidi ed esperti mise a nudo la cappella, circondandola con le proprie labbra e facendola sparire dentro la propria bocca. Enrico sussultò, sentendo quelle morbide labbra scendere lentamente, fino a toccargli l’attaccatura dei testicoli, e spingere ancora più a fondo, fino a che il nasino di lei non sprofondò nel suo ventre, soffermandosi qualche secondo. Lui si ritrovò a chiedersi come poteva quella bocca così piccola e delicata accogliere tanto facilmente tutta quella carne in un colpo solo; così, allentandosi la cravatta abbassò lo sguardo su di lei, scoprendo che lo stava fissando, con la bocca completamente spalancata per poter essere piena, e che contemporaneamente riusciva anche a sorridere. Credette di perdere il controllo, lasciandosi andare. La sua mano era passata ad interessarsi delle morbidezze racchiuse dentro la camicetta della ragazza, scoprendo due seni sodi come il marmo, coronati da capezzoli turgidi e carichi di voglia. Lei stava aumentando il proprio ritmo, andando su e giù con la testa, senza aiutarsi con le mani per potersi gustare quello splendido cazzo nella sua interezza. Enrico era ormai travolto, e tornò ad allungare le mani verso le gambe della ragazza. Lei si inginocchiò sul proprio sedile, e lui fece altrettanto, afferrandola per la nuca e dandole il ritmo per gli affondi della sua bocca, mentre lui le scostava le mutandine con due dita, affondandole estasiato nella fichetta calda e fradicia di desiderio.
Si bloccò all’improvviso!
-Ma… Cazzo!!! –
-Che ti succede? – Chiese lei, senza mollare la presa sui glutei di Enrico.
-Ma insomma.. Come sarebbe a dire “che ti succede”? !!! –
-Ah, capisco… Hai ragione!! Non vuoi rischiare di fare macchie spiacevoli sulla tappezzeria dell’auto, vero? Beh, non ti posso dar torto!! Allora facciamo così.. –
In un attimo la ragazza scese di macchina, vi girò attorno, raggiungendo Enrico che, sceso lentamente a sua volta dall’auto, si stava riassestando. Lei lo afferrò per la cravatta e se lo trascinò lentamente ma decisamente verso il cofano, fino a sedervici sopra, a gambe divaricate.
-Coraggio, assaggiami! Sentirai come sono dolce, quando ho voglia di essere scopata!! –
Era davvero troppo! Per Enrico non c’era più speranza di mantenere il self control!! Le afferrò le mutandine, strappandole di colpo e facendola ridere, e si buttò a capofitto tra le sue cosce, affondandole la lingua nelle umide labbra della fica. Le attenzioni della sua lingua la fecero sussultare, mentre con le mani le apriva la camicetta, afferrandole i due seni polposi. Lei gemeva, ansimava, inarcando la schiena sempre più nervosamente, afferrandolo infine per i capelli:
-Ora basta: fottimi!! –
Enrico si rialzò, le appoggiò il glande sulla vagina dischiusa come un’orchidea, e affondò dentro di lei con un movimento secco e potente. Cominciò a muoversi piano, mentre lei chiudeva gli occhi respirando profondamente; poi lui alzò il ritmo, facendola ricominciare a gemere, e poi ancora più forte, afferrandole i seni, stringendole delicatamente la gola, afferrandole le spalle per tirarla più a sé, strappandole rantolii sommessi e acuti come quelli di una gatta.
-Ah!!! Aaaaah!!! Fer.. Fermo… Fermo! …. As…. Aspetta!!! –
A fatica, ma si fermò:
-Che c’è? –
-C’è che non mi basta!! –
-Cosa vuol dire? –
-Vuol dire che lo voglio prendere anche di dietro! –
Attimo di sbigottimento! Qui si rasenta la follia, pensò Enrico. Una proposta così non l’aveva mai ricevuta, e tantomeno da un pezzo di fica come quello lì. Si scostò leggermente, lasciandole lo spazio per scivolare giù dal cofano dell’auto. Lei si girò, divaricando le splendide gambe, i piedi ben piantati a terra e i gomiti poggiati sulla carrozzeria della macchina. Enrico le infilò di nuovo le dita nella vagina, trasudante umori, passandole poi nello sfintere anale, lavorando rapidamente per inumidirlo, per allargarlo al punto giusto.
-Non perdere tempo! Entrami dentro!!! –
La mente di Enrico non aveva più il benchè minimo spazio per la razionalità; ogni sensazione, ogni fetta di coscienza, ogni muscolo del suo corpo convergevano verso un unico punto: il suo sesso, assolutamente, incredibilmente, bisognoso di esplodere!!
Guidò il cazzo pulsante con le mani, accompagnandolo nella lenta penetrazione di quel piccolo, angusto, fiorellino di carne. La sensazione, là dentro, fu disarmante: il senso di calore, di esaltazione, di necessità assoluta di scatenare la propria libido lo pervase, invitandolo a spingere forte nella penetrazione, squassando il culetto della povera, fortunatissima ragazza con un’intensità inenarrabile.
-Ti piace farti riempire il culo, eh, troia? Sssi, ti sfondo!!! Così… Ti sto fottendo….. Ti sto fottendo il culo, puttana!!!! –
Si sorprese di se stesso, non aveva mai parlato così a nessuna, e la cosa lo esaltò oltre ogni limite. Le risposte della ragazza si limitavano a qualche vocale ansimata a caso o gridata all’improvviso, mentre lui la stantuffava ormai con violenza, stringendole i fianchi e godendo del rumore dei propri testicoli che sbattevano contro la sua vagina dilatata e grondante di piacere. Non si era mai sentito così!! Con la soddisfazione tipica dell’orgoglio di un uomo che sa di aver svolto bene il proprio compito, la sentì contrarsi in uno spasimo violento, travolgente, estenuante. Ma Enrico non riusciva ancora a godere, non ancora!! La costrinse ad inginocchiarsi, afferrandole la testa e forzandole le labbra con la propria carne intrisa di caldi sapori femminili, spingendogliela giù, sentendole la lingua, il palato, la gola!! Uno, due, tre colpi violenti, e finalmente l’esplosione, completa e travolgente, che gli annebbiò la vista. Estrasse il proprio cazzo dall’abbraccio di quelle labbra per vedere gli ultimi fiotti del proprio orgasmo colpirle la fronte e scenderle sul naso, mentre lei, dagli angoli della bocca, lasciava uscire due bianchi rivoli di soddisfazione maschile. Lei rise, maliziosamente soddisfatta. Lui sospirò, piuttosto sconvolto, conscio del fatto che quasi sicuramente avrebbe perso il lavoro. Fuori dal Concessionario di auto, intanto, decine di persone, con la bocca spalancata e il naso schiacciato contro la vetrina, continuavano a fissarli, esterrefatti.. FINE