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Roby, una vera amica

Sulla strada del ritorno da una riunione di lavoro, una notte di due settimane fa, mi squillò il cellulare.
Un po’ spaventato e preoccupato data l’ora (erano passate le 2) mi affrettai ad afferrare il telefonino.
Il display segnava un numero a me non nuovo, ma, in quella frazione di secondo, non riuscii ad individuare prima di rispondere chi potesse esserci dall’altra parte del terminale.
Risposi senza fermare l’auto, ma non riuscii a sentire la voce del mio interlocutore, tanto da dovermi fermare a tutti i costi.
Ormai col cuore in gola, riconobbi Roberta, cugina di mia moglie e mia amica da una vita.
“Ciao, Roby! Non ti sento bene. Come mai a quest’ora? “, dissi.
“è che sono sola: Mario è al lavoro, io non riesco a dormire e sono un po’ triste.
Anzi, ho bisogno al più presto di parlare con qualcuno”, mi rispose lei.
“Ho tentato di chiamarti perché so che spesso rientri molto tardi”, riprese.
“Mi hai beccato per un pelo, sono quasi a casa”, dissi io.
“Ma dimmi, dimmi tutto, cosa posso fare per te? “.
“Sono disperata, non me ne va bene una”, continuò quasi piangendo.
“Cosa non ti va bene? “.
“Tutto, guarda, proprio tutto”.
“Ma, no, dai! Non prendertela… “, cercai di tranquillizzarla.
“Come faccio a non prendermela, capitano tutte a me”, e scoppiò a piangere.
Mi resi conto che non potevo stare ad ascoltarla ancora per molto, al telefono.
La batteria era quasi scarica.
E stare alle 2 di notte fermi sul ciglio della strada per telefonare non è che sia molto simpatico.
In un attimo mi vennero in mente i momenti vissuti quando ero a fare il militare, almeno nove anni fa, quando, proprio lei, mi scriveva almeno due lettere alla settimana, raccontandomi le sue gioie, i suoi dolori, le storie di una ragazzina innamorata, insomma.
Mi ricordo che le rispondevo mettendoci tutto me stesso, perché proprio là, in caserma, leggendo i suoi scritti, ero riuscito ad innamorarmi di lei.
Glielo avevo più volte fatto capire, ma lei mi rispondeva sempre che la nostra amicizia era bella così ed il fatto di “approfondire” il nostro rapporto la spaventava, temendo di perdermi.
Lei era pazzamente innamorata di Mario, colui che sposò qualche anno dopo. Io, sia prima che dopo il suo e il mio matrimonio (finìi col sposarmi sua cugina), non smisi di desiderarla e lei lo sapeva.
Quella notte, dunque, lei era al telefono con me. Non era mai capitato prima, sul cellulare e a quell’ora.
E in un batter d’occhio mi resi conto che non si trattava di un’occasione da buttare, nonostante le mille paure che, nello stesso tempo mi affliggevano. Deciso come non mai, le dissi:
“Su, non piangere, vengo io ora da te”.
E nel pronunciare queste parole mi resi conto anche del rischio che avrebbe scatenato un putiferio (ho pensato: adesso pensa che voglio andare a casa sua per scoparla).
L’avrà anche pensato, ma alla mia proposta rispose tranquillizzandosi:
“Ok, ti aspetto. Fai presto! “.
Non mi rendevo conto di ciò che mi stava succedendo: la ragazza della quale sono sempre stato innamorato mi telefona sul cellulare alle 2 di notte ed ora io sto andando da lei, a casa sua, da sola.
Misi la freccia a sinistra e sgommai senza guardare nemmeno nello specchietto.
Ora, cosa fare?
Avvertire o no, mia moglie?
E se poi mi scopre?
Ma no, come fa a scoprirmi…
E se mi chiama sul telefonino?
Beh, le risponderò che sono ancora in riunione.
E se torna Mario?
Ma va ! Ha detto che si trovava al lavoro.
E arrivato là cosa faccio?
Già, lei non mi ha chiamato per andare a casa sua a scoparla, ma solo a parlare.
Va bè!
In un baleno mi trovai davanti a casa di Roby.
Non dovetti nemmeno suonarle al citofono perché lei era là, affacciata alla finestra ad aspettarmi.
“Ciao! “, le dissi col cuore in gola.
“SSSS! “, esclamò lei.
Non mi resi conto di trovarmi nel bel mezzo di un centro abitato, senza anima viva in giro, in piena notte.
Ed in quella stagione (eravamo a metà luglio) le finestre sono tutte aperte…
“Entra! “, mi disse sottovoce.
Era bellissima, come sempre. Indossava una canottiera rosa ed un paio di pantaloncini bianchi.
I suoi lunghi capelli erano legati a treccia ed il suo profumo quello di sempre.
Una volta entrati in casa mi fece accomodare sul divano del soggiorno. Iniziò a parlare mentre io non staccavo i miei occhi dal suo corpo.
Notai che aveva ancora gli occhi gonfi.
Poco prima aveva pianto, al telefono.
Solo in quel momento iniziai ad ascoltarla.
Beh, i suoi problemi erano quelli di qualche anno prima.
Con la differenza che allora era solo fidanzata ed oggi è sposata.
“Sai, penso che Mario si veda con un’altra”, mi disse.
“Ma va! “, risposi io.
“L’hai forse visto, te l’ha detto qualcuno o è pura immaginazione? “.
“No, no. Me lo sento. Ultimamente è diverso: parla poco, è sempre nervoso e sta sempre meno in casa con me”.
“Beh, sarà qualche problema sul lavoro o con qualcuno, non credi? ”
“è diverso anche a letto. Pensa solo a se stesso e molto spesso mi tratta come una puttana”.
A quel punto mi si rizzarono i capelli. Roby che mi parlava dei problemi di sesso tra lei e suo marito…
Cosa fare?
Cercare di sviare l’argomento?
Approfondirlo?
Mi resi conto che ormai mi trovavo lì e la scelta era forse unica.
“In che senso ti tratta come una puttana? “, incalzai io.
“Nel senso che mi salta addosso, mi scopa e quando è venuto si allontana senza neanche baciarmi”.
“Non è mai stato così? ”
“No. è vero che non ha pensato mai troppo a me, ma prima era molto più romantico”.
“Cosa starà succedendo? “, ripresi io, pensando già a come sfruttare la situazione, dimenticandomi che poco prima mi disse di aver paura di essere tradita.
“Si vede con un’altra, te l’ho detto! ”
“Ma no. Vedrai che è qualche problema temporaneo”.
“Ma quale problema temporaneo, è un po’ che va avanti così. E poi, io devo sempre subire le sue voglie, senza mai provare un po’ di soddisfazione? ”
Cominciai ad annusare che qualcosa si stava smuovendo nel verso giusto.
Ma non riuscivo a farmi venire alla mente qualcosa di buono, tanto per non fare brutta figura.
Intanto, giù, sotto la mia cerniera, il mio cazzo cominciò a svegliarsi, così, come se niente fosse.
D’altra parte l’aveva fatto già infinite altre volte sentendo la voce di Roby.
E quante altre volte aveva visto, con i suoi occhi, le sue lettere, là nel bagno della caserma, quando mi masturbavo, anche tre, quattro volte al giorno, pensando a lei.
Una volta, un mio compagno se ne accorse e mi curò.
Mi disse che ero pazzo a farmi tutte quelle seghe e che avrei rischiato qualcosa di brutto.
Ma il mio desiderio era troppo grande e, in quel periodo, Roby era proprio tutto per me. Beh, forse lo è ancora adesso.
“Sai che da quando lo conosco e che da quando abbiamo iniziato a fare l’amore io sarò venuta sì e no quattro, cinque volte? “, esclamò cercando di riguadagnarsi la mia attenzione.
“Davvero? “, dissi io. “Ma non l’hai mai detto a lui? ”
“Come faccio? Ho paura che mi giudichi una frigida e non ho il coraggio di dirgli che è colpa sua”.
Il discorso cominciò a farsi un po’ pesante.
D’altra parte, in almeno 25 anni di amicizia non siamo mai arrivati a parlare di queste cose.
Io cercai di risponderle senza farla pensare che volevo saltarle addosso, anche se era proprio quello che volevo.
Il mio cazzo cominciava a stringermi i pantaloni in maniera insopportabile, come non mi era mai successo prima.
Non sapevo più come nasconderlo ai suoi occhi assumendo mille posizioni.
“Sento spesso parlare alla TV dell’intesa sessuale nella coppia”, riprese lei, “ma io, sinceramente, non so nemmeno cosa sia.
è sempre andata così: lui viene tranquillamente, d’altronde si vede; io, invece, l’orgasmo non lo raggiungo mai e lui non se ne accorge”.
Mentre parlava la guardavo negli occhi.
Ad un certo punto si accorse della mia erezione.
Probabilmente era la prima volta per lei vedermi così, perché mi disse, decisa:
“Luca, lo facciamo? ”
“Cosa? “, risposi io, proprio come un deficiente.
“Guarda in che condizioni ti ritrovi”, mi disse,
“ed io non sto più nella pelle”.
“Se è per quello sono vent’anni che io non sto più nella pelle”, ripresi io, accecato dall’evolversi della situazione.
Sentìi un suo sorriso subito smorzato.
Non mi accorsi che lei, nel frattempo, mi aveva già slacciato i pantaloni ed aveva ingoiato il mio palo, turgido come non mai.
Lo pompava con movimenti lenti, ma profondi, facendo attenzione a non toccarlo con i denti aiutandosi con la lingua.
Nello stesso tempo esercitava un forte succhio.
Lo sentivo sulla punta del glande e nelle sonore vibrazioni che le sue labbra emanavano ogni volta che, con la bocca, arrivava al culmine del tragitto prima di ridiscendere.
Io la accompagnavo stringendo la sua testa con le mani.
Simultaneamente cercavo di controllare l’irrigidimento di tutti i miei muscoli provocato dall’immensa goduria che Roby mi stava procurando.
Con le mani, intanto, mi massaggiava i testicoli.
Poi guidava i suoi movimenti stringendo con forza il mio cazzo per tutta la sua circonferenza.
E contemporaneamente aveva già trovato il modo di abbassarmi del tutto i pantaloni e slacciarmi la cravatta.
Pensai: come si fa a non far godere una donna così?
Solo un pirla è capace di trascurare una figa capace di offrirti simili prestazioni.
Nello stesso tempo cominciavo a pensare a come proseguire, una volta cambiata posizione.
Pensavo già di stenderla sul divano, divaricarle le gambe verso l’alto e scoparla fino a farla venire.
E ancora a metterla supina, inserirle il cazzo in fica ed un dito nel culetto.
Ma non finiva di pomparmi. Io non avevo il coraggio di interromperla e lei, apparentemente, l’intenzione di fermarsi.
Finchè pensai che se avessi sborrato, sarebbe stato sì bello, nella bocca di Roby, ma poi sarebbe finito tutto.
Non ebbi neanche il tempo di annunciarle l’evento che venni in maniera strepitosa, inondandogli la bocca del mio sperma in gran quantità. Quell’orgasmo fu di almeno tre giorni.
In quel periodo mia moglie aveva le mestruazioni ed io non avevo proprio tempo di pensare di farmi le seghe.
Fu qualcosa di eccezionale. Roby, appena prima di venire (penso che le donne abbiano come un sesto senso per questo, se ne accorgono sempre al momento giusto) mi aveva cacciato con violenza due dita alla base del pene.
Il pollice e l’indice stretti in un determinato punto, tra i testicoli e l’imbocco del cazzo, in un momento particolare prima dell’orgasmo, provocano un piacere indescrivibile.
La sborra che esce di lì a poco sembra duplicare, triplicare la sua quantità.
è un gesto che avevo già provato e che mi aveva fatto pregustare Ramona, una puttana che si apposta ogni sera al distributore della statale.
Per una pompa delle sue vuole 50mila lire, ma ne vale proprio la pena.
Ogni tanto mi tolgo questo sfizio e le spendo più che volentieri.
Roby, quella notte, mi offrì tutto gratis e, per di più, con ingoio, senza l’impiccio del goldone che con le puttane è d’obbligo.
E fu un’esperienza indimenticabile.
Non finiva più di succhiarmi lo sperma dal fondo del mio pene.
Se lo ingoiò tutto tanto da preoccuparmi per ciò che sarebbe potuto succedere al suo stomaco.
Ma probabilmente sapeva che poteva fare tutto ciò che ha fatto.
E adesso? Sono venuto. Io, di solito, quando sborro, è finita.
Mi è capitato di sborrare cinque volte solo la mia prima notte di nozze.
E non so come abbia fatto.
Il mio cazzo rimase in piedi come a dire: non ti preoccupare, siamo in emergenza, ci penso io.
E fu proprio così.
Non si mosse dalla sua posizione, anzi, si gonfiava di più.
Presi Roby da sotto le chiappe, la sollevai di peso e la posai sul divano. Iniziammo a limonare, come, in verità, avevamo già provato tanti anni prima. Ma allora finì lì.
La sua lingua faceva il giro delle mie labbra mentre teneva gli occhi chiusi.
Ce ne volle un po’ prima di riuscire a staccarmi dalla sua bocca e dirigere la mia lingua verso i capezzoli delle sue favolose tette. I seni che avevo sempre sognato e che mi facevano rizzare il cazzo prima di spararmi le seghe nel bagno di scuola e della sacrestia.
Un paio di tette così, difficilmente le ritrovi sotto le labbra.
Le leccai a una a una, con movimenti circolari, avanzando sempre più lentamente verso i capezzoli.
Una volta arrivato all’estremità, al momento di prenderli in bocca, la Roby sospirava profondamente, come se stava venendo.
Di lì a poco mi resi conto che era arrivato il momento di rinunciare a quei due capolavori per qualcosa di, forse, più eccezionale.
Mi inginocchiai per terra e puntai la mia faccia dritta sulla sua fica.
Era qualcosa di indescrivibile.
Le sue labbra fradice figureggiavano quelle di una bocca, sensuale ed arrapata.
Come non mangiarsele?
Subito mi addentrai con naso e lingua tra quel pezzo da museo. Il succo che ne usciva era dolce, denso e profumato.
Ne ingoiai una buona quantità finchè giunse il momento decisivo.
Volle riprendere a limonarmi e nel frattempo dava a capire l’esigenza di riprendere l’attività interrotta, giù alla sua fica.
Non esitai a scappellarmi l’uccello, ad aprirle accuratamente il tesoretto e a penetrarla con colpi lenti e profondi.
I nostri corpi parevano essere fatti l’uno per l’altro.
Non avevo mai scopato così intensamente nemmeno con mia moglie.
E persino quella volta che, andato a casa del mio capo, vi trovai sua moglie che mi invitò senza problemi a guardare un film porno con lei e scopammo ripetutamente, non godetti come le donne al decimo orgasmo.
Iniziai, infatti, a sborrare una seconda, una terza e poi una quarta volta, sempre riempiendole la fica di sperma come da sua richiesta.
E piuttosto di spomparmi, ogni volta era una goduria maggiore.
Proprio avviene nelle donne.
Beh, per quanto riguarda la Roby, in quell’occasione, non riuscìi a contare le volte che venne stringendomi il cazzo in fica quasi a farmelo scoppiare e trattenendo il respiro come succede a chi viene impiccato.
Sicuramente non aveva raggiunto così tanti orgasmi in tutta la sua vita.
Da allora, dopo più di 25 anni, comunichiamo solo con la passione nel fare l’amore.
Ed ogni volta è
come se ci fosse qualcosa di nuovo.
Quella volta andai a casa alle 6 del mattino e a mia moglie dissi di essere stato trattenuto in ditta per questioni urgentissime.
E furono solo le 6 perché dopo un quarto d’ora sarebbe arrivato Mario che, una volta beccato in casa sua, avrebbe fatto in modo che io non potessi più scopare con sua moglie, quella che doveva essere mia moglie, e probabilmente con nessun’altra donna al mondo. Io fui soddisfatto anche perché ero riuscito a fare cornuto l’uomo che mi ha strappato la ragazza dei miei sogni.
I problemi di Roby furono tutti risolti.
Ed il nostro sogno avverato quotidianamente. FINE

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