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La festa in maschera

Non avrei dovuto venire qui, me lo avevano detto tutti a partire dalla mia migliore amica ma ero maggiorenne e ultravaccinata…
Ma la tentazione era più forte così non seppi resistere…
Fu allora che ti vidi.. tu, 44 anni ben portati il tuo viso il volto un po’ pallido ma truccato, assomigliavi vagamente ad una maschera del teatro kabuki giapponese un’espressione che non ci voleva molto a decifrarla… un samurai portato alla lotta, quello che mi attirava di te, un po’ forse come me..
Il tuo volto, solcato da rughe di vita goliardicamente vissuta, tra il dare e il prendere ma senza compromessi, in cui eri sempre vincente… Mi piacevi, mi piaceva molto il tuo lato del cambiare pur rimanendo sempre te stesso…
Mi immaginavo attiva e un po’ ‘padronà sopra di te, mentre tu mi supplicavi di punirti.
Desiderando subito un vero contatto mi avvicinai a te, alla tua bocca sensualmente macchiata di rossetto che mi eccitava molto e ti sfiorai il mento vicino alle labbra così per mandarti un segnale, poi tornai indietro e attesi un segnale da te…
Mi aspettavo che mi indicassi una stanza segreta, dove poter incontrarci, mascherati da amore e lussuria, senza riconoscerci l’un l’altro solo per gioco… Il gioco poi ci avrebbe portato poi fino in fondo ai nostri stinti…
Così mi ritrovai al buio in una stanza che mi era sembrata quella giusta, per via di una serie di circostanze che mi rievocavano vagamente stanley kubrick, uno strano rituale che si svolgeva capitanato da cupi esseri mascherati che si accoppiavano tra loro in modo indegno… una serie di raffinate porcaggini, di atmosfere un po’ porche e un po’ borghesi, un po’ colte e un po’ altamente ‘sinistrè in quella stanza rigorosamente in rosso… poltrone, divani, tappeti, ornamenti vari, tra cui un grande altare e diversi obelischi che completavano la scena…
Pensavo ti avrei trovato di certo lì… ad attendermi tra la mischia…
Ad un tratto mi sentii toccare… spingere e sfiorare da dietro e sentii un senso di rassicurante emozione… Eri tu… sentivo il tuo odore che ormai conoscevo, quel tuo rossetto che mi eccitava, sentivo già il mio umore scender pian piano e scorrermi tra le cosce, mentre anche il sudore faceva lo stesso…
Mentre emergeva una cappa in superficie di gran caldo pazzesco, in quel luogo quasi dimenticato dal mondo, l’aria si faceva bollente e fradicia di umori per evaporare sui corpi bagnati dei presenti…
Tu mi toccavi come se conoscessi da tempo il mio viso e il mio corpo, io ti toccavo, ti pregustavo assaggiavo il tuo sudore scendere gocciolandoti dal viso, sentivo un’emozione carnale, la tua, confondersi e fondersi con la mia… Il calore bollente che incendiava violentemente la stanza e che mi arrivava dentro, salendomi in testa… una sensazione di vertigine che precedeva quella che di lì a poco sarebbe stata una più grande… quella del mio primo orgasmo, di pelle ancor prima che di vagina… che anticipava il resto… Le tue mani scendevano, toccandomi prima il collo, poi aprendomi quella camicia che avevo messo per te… La tua lingua si muoveva vorticosamente su e giù, fino a strapparmi del tutto quella camicia che portavo addosso, e succhiando e mordendo mentre le mie mani facevano il resto… cercando di scovare gli angoli più nascosti del tuo corpo… sconosciuto adesso di meno …
Mi piaceva molto la tua lingua, veloce ed esperta tirartela fuori e risucchiarla.. per godere fino in fondo quell’emozione di piacere che in me si faceva sempre più forte…
Intanto ti toccavo sui pantaloni e sulle cosce per eccitarti, poi in direzione di quel tuo membro durissimo che mi eccitavo a toccare e a palpare così dai pantaloni stessi, aderenti, sexy e neri, che da prima lasciavano nelle tue protuberanze poco all’immaginazione, molto alla vista…
.. mentre tu di lì a poco mi chiedevi di aprirteli, con grande gioia, perché tu senza saperlo facevi quello che io ti volevo far fare, e mi eccitava questo, e a te non saperlo… forse immaginarlo…
Pensavo che se provavi piacere mentre eri tu ad ordinarmi una cosa, io provavo un senso di ineguagliabile soddisfazione proprio perchè tu non sapevi che era quello che volevo io…
Così mentre mi avvicinavo sempre di più al tuo membro e al suo turgore lo presi tra le mani, poi come tu ordinavi(credendo) sulle labbra…
Tu emanavi dei mugolìi di piacere, mentre ti toccavo, mi piaceva il tuo sesso duro e accresciuto di me, e fartelo stare su su per bene…
Affondavo le mie labbra su di te e sentivo quella sensazione eccitante che mi dava un senso di padroneggiamento della situazione, mentre tu te ne stavi immobile e ti facevi lasciare guidare da me, con grande passione, mentre la mia lingua con flessioni, in cui più ti assaggiavo più mi piacevi… andava su e giù ‘a sensò..
La mia voglia era troppo forte così non mi arresi e decisi di prendere veramente ‘in manò la situazione, quell’arnese divenuto d’acciaio, postarmelo proprio lì, in direzione della mia figlioletta bagnata, che a quel momento stava proprio andando a fuoco e mi ordinava quindi impetuosa il rimedio a quella famelica voglia..
Cosi mi piegai su di te, tu sotto e io sopra mi piaceva così…
E presa da una voglia malsana e capitana, cominciai a dimenarmi con violenza sulle tue cosce, mi sentivo una lottatrice kamikaze addestrata, risucchiando e godendo di quell’arnese impietrito e del piacere che sapeva darmi… E mentre spolpavo io godevi tu.. e mi dicevi cose strane, che a stento io capivo.. , io grondavo di umore fino ad emettere un vero e proprio orgasmo bestiale… in un raptus che rapiva il mio corpo impossessandosi del mio cervello, senza lasciarmi proferire parola, solo grida, di piacere violento, incontrollato e sospinto, che mi travolgeva di spasmi…
Come una vampira, con avidità risucchiavo il sangue del tuo membro sfinito…
Tu non parlavi, ma in silenzio ti sentivo godere.. mentre con gli occhi famelici ti supplicavo di non interrompere il mio godimento, ma il tuo orgasmo violento stava per arrivare e proprio perchè non poteva più trattenersi mi intimavi di stare ferma, quando ad un certo punto lo scoppio… venisti dentro e fuori, con un’eruzione violenta simile a quella di un vulcano.. che visione eccitante davanti a quella visione di scoppio del tuo piacere io per niente ancora sazia di libidine mi rieccitai nuovamente, ma tu sembravi un po’ più stanco di me così decisi di rimandare a più tardi il resto e intanto finii per accendermi una sigaretta… era tanto che aspettavo pensai…. ! FINE

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