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La biblioteca

C’eravamo mangiati con gli occhi quelle bellezze durante tutto quanto il corso. Ma con quei corpi da capogiro e con quel fisico fantastico, Rachele e Jenny sembravano talmente inaccessibili che fino quel momento non avevamo neppure immaginato di avvicinarci a loro; e pensare che noi due, in linea di massima, siamo dei tipi che vanno subito al sodo. Omar mi raccontò che si faceva una sega al giorno immaginandosi come le enormi tette di Rachele avrebbero saltato su e giù davanti a lui, mentre io invece mi ero innamorato della bionda Jenny. Finalmente ci arrivò una buon’occasione per poterle conoscere meglio. Il nostro professore aveva formato un gruppo di lavoro, che per puro caso comprendeva tutti e noi quattro. Ed eravamo rimasti d’accordo con le ragazze che ci saremmo visti quello stesso pomeriggio in una delle aule di lavoro della biblioteca universitaria.
Rachele e Jenny probabilmente erano già lì da dopo pranzo, infatti, quando arrivammo noi, le trovammo con i loro bei nasini immersi tra i libri. Quando iniziò a farsi scuro e gli ultimi studenti ormai avevano abbandonato la sala, Omar non perse tempo e partì subito all’attacco, offrendo un affettuoso massaggio sulla nuca a Rachele. A lei l’idea piacque molto, tanto che di lì a poco cominciarono a baciarsi. Dopo pochi istanti, l’ardente Rachele, aveva messo la sua testa tra le cosce di Omar ed aveva iniziato a succhiargli il cazzo. Sembrava che non si aspettasse una cosa così grande, che le permetteva a malapena di respirare, tuttavia affondava e risucchiava con gorgoglii e risucchi da vera pornodiva. Con una leggera torsione del busto lui iniziò ad accarezzarle la fica, e lei di tutta risposta gemette, e prese a spogliarsi. “Voglio proprio scoparti come si deve” disse Omar, mettendola di spalle sul tavolo. La penetrò, inaspettatamente, in maniera lenta e dolce passando poi a somministrarle alcuni attacchi veloci e vigorosi. Lei sussultava sempre di più, mentre Jenny ed io ci limitavamo ad osservarli increduli. Avevo la sensazione che lei non si sarebbe mai prestata ad una cosa del genere. Ma nonostante ciò sembrava invece che Rachele ne volesse sempre di più, e con uno sguardo affamato espresse il desiderio di assaggiare anche il mio cazzo, desiderio che esaudii con moltissimo piacere mettendoglielo in bocca. Mannaggia che gran bocchinara era quella viziosa, avevo quasi l’impressione che mi stava succhiando lo sperma direttamente dai coglioni. Avrei potuto sborrare da un momento all’altro. D’improvviso qualcuno mi palpò da dietro, tirandomi fuori il cazzo dalla bocca di Rachele. Era Jenny, che si era messa mezza nuda davanti a me ed aveva iniziato a sfregarsi il cazzo tra le sue enormi tette rotonde. Mentre lo faceva, mi lanciò uno sguardo innocente.. So bene quello che vuole, pensai, ed allora le dissi: “Succhiamelo”. S’inginocchiò, se lo mise immediatamente in bocca e mi fece un bocchino veramente bestiale. Siccome prima si era tolta la camicetta, il reggiseno e le calze, potevo massaggiarle la fica col piede. Questo la fece scaldare talmente tanto, che mi pregò di chiavarla. La feci inclinare sul tavolo, le alzai completamente la minigonna ed il mio cazzo trovò quasi da solo la strada per arrivare nella sua umida grotta. Stavamo scopando proprio davanti a Rachele ed Omar, cosa che ci fece arrapate ancora di più, tant’è che feci schizzare tutta la mia carica sul suo fantastico culo. Lei continuò a gemere ancora per un bel pezzo. Omar fu costretto suo malgrado ad interrompere l’amplesso, Rachele si era staccata da lui e lo stava fissando intensamente, osservando il suo bastone umido dei suoi umori, ed eretto, con voluttà. “Chiavami in culo”, ordinò. “Che cosa hai detto? “, domandò per esserne sicuro. “Voglio che mi chiavi quest’osceno orifizio arrapato”, urlò -forse non furono proprio queste le parole, ma non avevo con me un taccuino… – . “Però prima voglio lubrificarti ancora un po’ questa nerchia, per poterla fare entrare proprio tutta”. Si mise il cazzo fino in gola e dopo poco si girò aprendosi le natiche.
Di fronte ad uno spettacolo di questo genere, andai di nuovo su di giri e prendendo tra le mani la testa di Jenny con dolce decisione la invitai a farmi un altro pompino. Incredibile, la dedizione che ci mise, sfruttando tutta la sua “ars amatoria, ” s’introdusse il mio cazzo nelle profondità più recondite della sua gola, mentre Omar, si mise sopra Rachele penetrandola con il suo arnese. I gemiti di lei sembravano quasi delle urla, mentre lui la pompava talmente forte che il tavolo prese a tremare. Stavamo scopando come dei dannati, quando Omar estrasse la sua asta vibrante, esplodendo in una copiosa sborrata. Rachele si girò in un attimo, dirigendo la lingua oscenamente protesa, verso la fonte dello spruzzo sporcandosi lingua e viso degli ultimi schizzi. “Sei proprio una scrofa ingorda di sperma! “, fu l’incredibile epiteto che l’eccitazione del momento fece pronunciare ad Omar, che continuò a menare il suo cazzone fino a che non ebbe stillato l’ultima goccia di sperma sulla faccia di Rachele. Allora io venni di nuovo, e questa volta nella gola di Jenny che se la ingollò tutta quanta.
Fu un vero e proprio miracolo che fino a quel momento nessuno ci avesse sentito, eravamo proprio gli ultimi e sicuramente l’edificio era completamente vuoto. Era proprio la stessa sensazione che avevo riguardo le mie palle: vuote. Ma anche se può sembrare incredibile, le ragazze ne volevano ancora. “Anche tu mi devi scopare”, disse Rachele, mentre si avvicinava. “Voglio che mi riempi il culo col tuo bel cazzo”, “Ma allora anche io mi faccio sbattere da questa nerchia gigante” disse Jenny agguantando l’asta di Omar e mettendosela in bocca. Pensando a come quel cazzone le avesse rotto il culo , andai di nuovo subito in tiro. Rachele mentre si appoggiava contro una delle librerie, mi offrì il suo buchetto: aveva i culo molto stretto ed il mio cazzo palpitava selvaggiamente quando iniziai a penetrarla. Spinsi un po’ più dolcemente, perché altrimenti avrei buttato a terra tutta la libreria. Quando lei se ne rese conto, s’inginocchiò sul pavimento supplicandomi: “Spingi più forte stallone, fammi schiattare il culo più forte che puoi. ” Preso dal momento, dall’eccitazione, la chiavai come mai non avevo chiavato nessuno. I miei coglioni sbattevano contro le sue chiappe, e quando vidi Omar mentre faceva schizzare la sua sborra sulle tette rigonfie di Jenny, anch’io sentii l’orgasmo montare in me. Mi stavo avvicinando ad un orgasmo da vera e propria follia. Feci voltare Rachele. “Apri bene la bocca”, urlai, e colpii la sua faccia con le bianche frustate che sgorgavano dalla mia verga, fino ad imbrattarle per benino il viso stravolto con tutta la mia crema. Non smettevo più di emettere sperma, che andava a sgocciolare sulle sue tette e sulla sua pancia . Lei ne era affascinata.
“Dovremmo ripeterlo qualche altro giorno”, disse Rachele mentre ci stavamo rivestendo. “Mi sembra che il nostro gruppo di lavoro sia più che efficiente”. “E ci credo bene”, le risposi. Sembrava che tuttavia, mentre Jenny aveva un sorriso felice e tutto il volto sembrava rilassato ed appagato, lo sguardo malizioso di Rachele ne denotava la sua insaziabilità. Infatti non appena raggiungemmo le scale che ci portavano al di fuori del complesso universitario Omar, ancora visibilmente eccitato le fece tastare la durezza del suo membro, nuovamente in tiro, da sopra la stoffa dei pantaloni. Fu un attimo, lui la prese da dietro con una rapidità imprevista, e lei incominciò di nuovo a gemere. La paura che la tromba delle scale amplificasse il sonoro di quell’incredibile amplesso, mi assalì, la paura che qualcuno potesse scorgerci mi assalì. Tuttavia Jenny, per precauzione, decise di scendere per andare a controllare l’ingresso, lasciandomi solo con i due amanti. Superato il momento di paura, decisi di dar loro una mano. Mi tirai giù i pantaloni, mi misi davanti a Rachele, la presi per le gambe per farmi strada, fino ad arrivare alla sua fica, perché quel porco di Omar, proprio come avevo immaginato, le stava rompendo il culo un’altra volta. Perciò ce la chiavammo entrambi insieme, e finalmente adesso sembrava finalmente appagata. Per fortuna tutti e tre venimmo quasi subito, Rachel si ingoiò con gioia una volta ancora la nostra crema e ci rivestimmo in fretta e furia.
“Un numeretto veloce sulle scale era proprio quello che ci mancava”, sospirò Rachele. “All’università si trovano veramente degli amici per tutta la vita”. “Ma anche per l’amore”, aggiunse Jenny. Ci potete credere perfettamente, ormai non vedo l’ora che ci diano il prossimo lavoro. FINE

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