Cinzia abitava con la sua famiglia in uno di quei palazzi della periferia romana pieni di delinquenti e di malintenzionati.
Aveva diciotto anni appena compiuti e un fisichetto niente male che andava sempre più sbocciando con quelle tettine di carne fresca ed un culetto davvero eccitante.
Era normale quindi che fosse oggetto di pesanti apprezzamenti da parte dei giovinastri della borgata ogni qual volta tornava da scuola o usciva con qualche sua amica.
A Cinzia tutto questo naturalmente le dava fastidio.
Nonostante l’età aveva sentito solo parlare di sesso da qualche compagna più grande ma la vedeva come una cosa dolorosa e che andava fatta solo con l’uomo della propria vita, il principe azzurro.
Il suo palazzo, di quelli un molto vecchi, non aveva un citofono ma solo un un portiere di cinquant’anni circa, solo e senza famiglia. Anch’egli si divertiva a guardarla e a sognarla.
La spiava mentre saliva le scale con le sue leggere gonnelline e le trecce innocenti che gli davano un’eccitazione incredibile.
E Cinzia si rendeva conto anche di questo ma si sforzava di mostrare naturalezza e indifferenza ad un simile porco, almeno era così che lei lo reputava.
Aveva giurato a se stessa che non avrebbe mai fatto l’amore con nessuno se non con il ragazzo che poi avrebbe sposato.
Uno dei tanti giorni in cui tornava da scuola aveva già dovuto sopportare apprezzamenti molto pesanti dai soliti ras del quartiere:
“ciao fichetta… Che ne dici di venire ad assaggiare un po’ di cazzo? ” faceva uno,
“Già.. anche il mio ha voglia di conoscerti.. dai che ci divertiamo! ” gli faceva eco il secondo.
Cinzia aveva tirato diritto e non se ne era curata.
Arrivò quindi al portone e già pensava di avercela fatta anche quel giorno, ma aveva dimenticato il solito portiere maiale.
Le disse subito
“ciao Cinzia, come ti va oggi? ”
“Bene grazie”
“dove corri? Aspetta un attimo.. Guarda c’è qui posta per la tua mamma.. ”
Cinzia alzò gli occhi al cielo e pensò
“Cavolo! Che rottura! ”
“D’accordo, arrivo… ” e si diresse verso la portineria.
Il portiere la fece entrare e appena richiusa la porta le disse
“prego, vai in cucina.. la raccomandata è di là” lei si diresse per il corridoio e giunta in cucina si voltò e rimase a bocca spalancata, terrorizzata e intimorita.
Lui aveva tirato fuori un cazzo di almeno 25 cm, già bello diritto e tirato e sorrideva nell’attesa della reazione della ragazza.
“Oh, mio dio.. Ma cosa fa? ”
“Ti piace? Lo vedi come mi hai ridotto a forza di farti vedere con quel tuo corpicino da favola? ”
“la prego.. devo andare via… mia madre mi starà aspettando e se non torno subito a casa si preoccupa… ”
“Lasciala preoccupare… Prima dobbiamo divertirci un po’, io e te… Vieni, avvicinati. Siediiti qui” e intanto si masturbava molto lentamente.
Cinzia era al contempo rapita e terrorizzata.
Non le era ancora capitato di vedere da vicino il cazzo di un uomo.
Ne aveva solo sentito parlare e ora si rendeva conto dell’effetto che le faceva.
Era bello, pieno di venuzze e con quella goccia che lo lubrificava al punto giusto.
Come un’automa si sedette e con le mani in grembo si sforzava di guardare sempre e solo il viso dell’uomo.
“Cosa c’è? Guardalo, dai, guardalo bene.. Ne hai mai visto uno? ”
“No, veramente, no… è così grande… ”
“Già, è grande perché tu gli piaci molto… Perché non provi a toccarlo? ” e così dicendo le prese la mano ritrosa e dopo un po’ di tira e molla gliela posò sul proprio membro eretto.
Cinzia, cominciò a sentire qualcosa nel basso ventre e il tocco di quell’uccello finì di eccitarla, ma sapeva che era una cosa sbagliata.
Non doveva lasciare che succedesse.
Il porteiere intanto continuava a parlarle
“Lo senti? Che ne pensi? Ecco, ora muovi piano piano la mano, molto lentamente, così… ”
Lo stava facendo.
Sapeva che stava masturbando quell’uomo orrendo ma non riusciva a staccarsi, era come ipnotizzata.
“è durissimo! ” fece lei
“già, ora ti insegno un’altra bella cosetta.. Prova a dargli un bacetto.. ” e nel contempo cominciò a farle pressione sulla nuca.
“Ho paura – diceva Cinzia – non vorrei che… ” ma era già arrivata a distanza ravvicinatissima e le ultime parole del portiere la accompagnarono nel suo primo pompino.
“Sccccchh! Forse, prendilo in bocca.. così.. assaporalo… Sì, sei già brava vedi? Sei nata per fare i bocchini.. Muovi la lingua.. toccami le palle…. Leccale adesso.. bravissima” e intanto le dava il ritmo con la mano sulla testa.
Cinzia era omai partita e voleva che all’uomo piacesse quello che lei gli stava facendo quindi ci si impegnò e gustò fino in fondo quella nerchia di carne.
“Ora aumenta il ritmo… Così… avanti.. E voglio che bevi tutto quello che uscirà dal mio cazzo, intesi? ”
Lei obbedì e accelerò…
“Sto per venire, così.. continua.. Veeeengoooooooo! ” e le godette in gola.
Cinzia rimase pressata dalla mano del portiere e fu costretta ad ingoiare per non soffocare.
Aveva un sapore acre ma eccitante.
“brava – le disse infine – sei stata molto brava” e tirando fuori dal portafoglio 20. 000 lire concluse
“Domani. Stessa ora. Vedrai che ci divertiremo tanto insieme. Ora vai a casa, dai”.
Lei si asciugò la bocca con il dorso della mano e uscì silenziosa.
Le era piaciuto tutto quello che aveva fatto e si sentiva orgogliosa di sé.
Aveva deciso.
Avrebbe continuato ad andare da lui e a farlo godere.
Era diventata una troia. FINE
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