Quest’estate m’è capitato di dare lezioni private ad una ragazza diciannovenne: Michela.
Ci trovavamo in biblioteca per poter studiare in pace, e di solito la storia finiva li.
Poi, dopo un po’ di giorni, Michela m’invita a casa sua per bere qualcosa, dato il gran caldo; io accetto e così faccio la conoscenza dei suoi genitori.
Il giorno dopo la vedo arrivare in biblioteca con una mini ed una maglietta bianca scollata che premeva sui suoi seni, fu allora che notai che gran belle tette avesse.
Anche mentre le spigavo gli integrali non potevo fare a meno di pensare e guardare i suoi seni, ma ad un certo punto mi mette un piede scalzo sulla patta dei pantaloni, essendo l’uno di fronte all’altra, e dice:
-Potresti massaggiarmelo? -, io resto un po’ sconcertato e immobile per un paio di secondi nei quali lei muove il suo piede sul mio cazzo che sta cominciando ad indurirsi, poi le prendo il piede e lo massaggio.
Finito lei si alza e fa due passi per sgranchirsi le gambe, allora noto che s’è tolta anche l’altra scarpa ed ancheggia verso di me; girato il tavolo si avvicina verso di me e vedo che il suo sguardo cade sul cavallo dei miei jeans che faticano a trattenere la mia erezione.
Ritornata a sedersi si china verso di me per dirmi qualcosa ed appoggia i suoi seni sul tavolo, in modo che possa vedere tutto tramite la scollatura:
-Grazie, ora va molto meglio- queste sono le parole che sussurra, ed io le rispondo alzando lo sguardo imbarazzato:
-Di niente, figurati-.
Nel ritrarmi faccio cadere l’astuccio e d’istinto mi piego per raccoglierlo, poi mi viene in mente di andare sotto il tavolo e col la scusa, guardarle le gambe.
Detto fatto sono sotto al tavolo e noto le sue stupende gambe accavallate, d’improvviso le muove, comincia piano piano ad aprirle e vedo le sue mutandine bianche.
È davvero troppo, non resisto, comincio a toccarle le gambe, le cosce poi salgo fino alla stoffa che sento umida; intanto lei si alza la mini e mi sussurra:
-Tglimele e leccami-.
Non aveva neanche finito di parlare che io già le avevo sfilato le mutande e mi trovavo di fronte ad una bellissima fica rasata, proprio come piace a me.
Poggio la mia lingua sulle sue grandi labbra e la sento fremere di piacere, esaltato comincio a leccarla ed a mordicchiarla. Intanto lei s’alza la maglietta e m’invita a salire scostando la sedia dal tavolo.
M’avvento sui seni e lei con calma mi slaccia i bottoni dei jeans per strofinare le mani sulle mia mutande nelle quali pulsa sempre di più il mio cazzo, lo estrae e con una mano lo accarezza fino a scappellarlo e con l’altra mi alza la testa fino ad arrivare al livello della sua, ci guardiamo negli occhi e poi ci baciamo; con le mani tocco i capezzoli turgidi, la fica umida e dilatata.
Lei s’alza in piedi e mi si arrampica addosso: con la braccia avvinghia il mio collo e cinge la mia vita con le sue gambe in modo che il suo culo poggi sul mio cazzo in erezione, le metto le mani sul culo e lei prima fa scendere una mano fino a prendere il cazzo e indirizzarlo verso la sua fichetta, poi si lascia scivolare finché non le è entrato tutto dentro.
Ora sia io che Michela cominciamo a muoverci ed ansimare; sto ormai per venire, ma lei mi si avvicina all’orecchio:
-Non venirmi dentro, ti prego- così ci stacchiamo e subito mi si avventa sul cazzo, ingoiando tutti gli schizzi con naturalezza.
Guardandomi , poi, si mette a leccarmelo ottenendo due risultati: lo pulisce e prolunga la mia erezione. In seguito ci baciamo e sento ancora l’odore della sborra nella sua bocca mentre lei mi massaggia il cazzo divenuto mollo.
Sono in estasi, non capisco più niente, non m’importa del fatto che potremmo essere scoperti da un momento all’altro, capisco solo che una ragazza mi sta provocando una seconda erezione.
Anche lei lo sente indurirsi fra le mani e allora si volta dicendomi:
-Ti prego inculami!! – e così facendo me lo indirizza verso il suo bel culetto, appoggio la cappella fra le chiappe e comincio a spingere, il suo buchetto è stretto ed oppone resistenza alla penetrazione, allora spingo con più forza mentre sento Michela gemere di dolore e godimento, arrivato fino in fondo comincio ad ondeggiarle dentro e fuori facendole sbattere il culo sulla mia pancia ogni qualvolta arrivo a fondo corsa.
In breve tempo vengo, ma stavolta dentro di lei, m’appoggio sulla sua schiena piegata e le bacio il collo: -Sei stato magnifico- dice lei e io:
-Anche tu-.
Ci rivestiamo alla meglio ed entriamo in bagno, chiudo la porta a chiave e mi giro: si è già spogliata e s’avvicina a me, mi spoglia e m’insapona, io faccio lo stesso con lei, passa accuratamente ma con dolcezza il sapone sul mio corpo soffermandosi a lungo sul cazzo, io intanto sto solleticando la sua fichetta facendovi entrare la saponetta.
Io sto per venire di nuovo ma il cazzo mi fa male, lei si accorge della mia smorfia di dolore e s’inginocchia di fronte a me menando la verga con vigore finché non le vengo in faccia, s’alza per pulirsi e poi, dopo esserci rivestiti, usciamo e finiamo gli esercizi. FINE
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