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A Lisa non dispiace mai

Certo, le cose a volte possono apparire diverse da quello che sembrano, può darsi che sia andata proprio così con mia sorella Lisa quel pomeriggio di qualche tempo fa, Lisa, 18 anni da poco, è una moretta minuta, un po’ sfacciata con chi la conosce bene come il sottoscritto, fratello maggiore di sei anni.
Devo anche ammettere che non è da buttare, in momenti di debolezza ho fatto più volte un pensierino su di lei, sognando di prenderla in tutti i modi che conoscevo.
Viveva in casa con me, un appartamento che dividevamo in città per studi, qui spesso l’avevo sorpresa in situazioni imbarazzanti, girare per casa seminuda o portarsi qualche maschietto in camera da letto!
Gran troia, pensavo, chissà se la darebbe pure a me… provar non nuoce.
Colsi l’occasione del suo onomastico, azzardando a regalarle insieme a delle rose un completo intimo composto da mutandine e reggiseno bianchi di pizzo, che, a dir la verità, mi ero imbarazzato non poco ad andare ad acquistare.
Lisa, sembrò gradire il regalo, mi ringraziò con un sonoro bacio sulla guancia, l’aveva preso con ironia, come era nel suo spirito.
“Perché non lo provi? ” le dissi,
“Perchè no! .. aspettami qui.. ”
Seduto in poltrona, aspettavo di vederla con indosso quella roba che solo al pensiero mi si rizzava il cazzo dall’eccitazione..
“Bè che te ne pare? ”
Mi apparì davanti, quasi le saltavo addosso, trattenendo con fatica la foga assunsi un’aria indiferente…
“Non male sorellina… ”
Le stava d’incanto, i suoi seni bianchi riempivano le coppe e sembravano voler uscire, il suo ventre piatto con quell’ombelico… da sballo… e quei fianchi, accoglievano un culo grosso, tondo, per niente flaccido, anche le gambe erano ben fatte, un corpo reso snello e sodo grazie alle ore di piscina che dedicava ogni settimana.
“Vieni qui.. fatti un po’ vedere… ah, mi sembra un po’ piccolo quel reggiseno…
“Dici? ” … certo, con quelle tette che hai! ”
Rise di gusto, ed io con lei.
“Perchè non ti piacciono le mie tette? .. ” si.. certo..
” e allora? ”
Non sapevo che dire, ero imbarazzato dal suo modo sfacciato di porsi… mi alzai e le andai vicino.
“Ti aiuto a toglierlo.. ” sganciai la clip e le sue tette balzarono fuori, struscia lo stoffa sui capezzoli e le liberai..
“ehi.. che fai? … vuoi farti tua sorella? ”
Non potevo credere a ciò che avevo appena sentito, il mio corpo ora era a contatto col suo, e le stavo accarezzando il ventre e le cosce, mentre la baciavo sul collo, poi mi feci coraggio e diressi la mano sul pube, infilandomi nelle mutandine, ora potevo sentire tra le dita la sua cosina calda, dai peli corti, che tanto avevo desiderato.
Lei si era abbandonata al piacere, mugolava qualcosa, poi mi disse sottovoce
“… su.. fammi vedere cosa sei capace di fare… ” le distesi sul divano, nuda, e guardandola negli occhi le divaricai le gambe per occuparmi della sua fessurina
“dai.. leccala.. ti prego…. ” mentre con una mano mi occupavo del suo buchino posteriore con l’altra slacciavo la patta e liberavo il membro eretto ormai allo spasimo, lei si contorceva dal piacere che le davo leccandole la fica a fondo, piantandole dentro la lingua come fosse stato un fallo.
La sentii venire più volte, poi prese l’iniziativa, iniziando un feroce pompino che mi lasciò senza fiato, mentre tenevo la sua piccola nuca fra le mani e la guidavo
“sto per venire” dissi, per tutta risposta spalancò la bocca e mi lasciò schizzare il contenuto dentro, sporcandole con certi schizzi violenti il bel visino da troietta che aveva!
Le dissi di mettersi carponi, ubbidì, ora da dietro le stuzzicavo entrambi i buchini, mentre mi pregava di riempirla, così puntai il pene sulla vagina e incominciai a penetrarla, entrai con facilità tanto era bagnata di saliva e umori, sentivo lo sperma che mi saliva dai coglioni e l’avvisai…
“no, ti prego dentro no, … ” allora ripiegai nell’ano che sulle prime si mostrò duro da sfondare, le dissi di rilassarsi, la fatica valse la pena, li culetto di Lisa era profondo e caldo ed io lo esplorai tutto sborrandole dentro.
Sfiniti, restammo distesi a terra per alcuni istanti, ancora caldi e sudati, chissà cosa pensava adesso lei?
Che mi ero approfittato di lei magari…
Io cercai in seguito di scusarmi, di perdonarmi se poteva… che era mia sorella e le volevo bene….
mi disse che non le era dispiaciuto farlo con me, non le importava che ero suo fratello..
. ” i cazzi non hanno morale! ” FINE

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